Rassegna stampa: Articolo di Patrizia De Rubertis – Il Fatto Quotidiano, 27-07-20
Trentaquattro pagine che mezza Italia – dalle famiglie alle imprese – bramava per capire un po’ di più come funziona il nuovo super incentivo introdotto dal decreto Rilancio che dà diritto a una detrazione al 110% delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 a fine 2021 per gli interventi di efficienza energetica (ecobonus), riduzione del rischio sismico (sismabonus), installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine di ricarica di veicoli elettrici
Un bazooka per alimentare un giro d’affari che altrimenti non ci sarebbe per un settore in crisi profonda. L’Agenzia delle Entrate ha infatti pubblicato una guida per spiegare le regole nel dettaglio, ma è meglio ricordare che si tratta solo di una prima illustrazione informativa: non sono i provvedimenti attuativi che vanno ancora emanati per lo sconto in fattura e per la cessione del credito. Così come manca il decreto del ministero dello Sviluppo economico con i limiti di spesa e i requisiti che condizionano l’avvio effettivo alla fruizione del bonus. Facciamo il punto sulla misura.
Le spese vengono rimborsate in 5 anni per i lavori effettuati sulle parti comuni dei condomini, in appartamento e sulle unità immobiliari indipendenti. Ammessi alla detrazione anche i lavori sulle seconde case ma per un massimo di due unità. Escluse case di lusso, ville e castelli.
I requisiti. Per avere il 110% bisogna fare uno dei tre lavori trainanti (ecobonus, sismabonus o impianti fotovoltaici) e migliorare di due classi energetiche l’efficienza dell’intero edificio (una casa monofamiliare o un condominio) o della singola unità immobiliare se si tratta di una villetta a schiera.
Ad esempio, chi vive in un appartamento all’interno di un condominio che sta rifacendo il cappotto termico, se deciderà di sostituire caldaia e infissi, potrà beneficiare del superbonus. In soldoni, a fronte di una spesa di 8.000 euro, otterrà una detrazione di 8.800 euro da utilizzare in 5 anni in quote annuali da 1.760 euro. Chi non vuole spendere neanche un euro, potrà optare tra lo sconto immediato in fattura o la cessione del credito alle banche, anche se ancora non si hanno ulteriori dettagli.
È necessaria l’asseverazione da parte del tecnico abilitato che deve certificare la conformità dell’intervento con i requisiti richiesti e la congruità delle spese sostenute.
Patrizia De Rubertis – Il Fatto Quotidiano, 27-07-20